Che cos’è e quando si fa il cross linking corneale?
Il cheratocono è una malattia che esordisce solitamente in età adolescenziale ed evolve rapidamente nei giovani.
Il primo trattamento è il corneal cross linking, utile ad evitare il progressivo aumento dell’astigmatismo e la deformazione ed assottigliamento della cornea.
Nell’approfondimento tutte le informazioni dedicate al cross linking corneale.
La cura del cheratocono: metodiche
La cura del cheratocono si esegue principalmente con le seguenti modalità:
- CXL: per evitare il peggioramento
- Mezzi ottici (occhiali e lenti a contatto): per ottenere la miglior visione
- Chirurgia tradizionale (insetti corneali e trapianto): quando i mezzi ottici non consentono una qualità visiva accettabile
Cura del cheratocono con il Cross Linking Corneale
Quando si esegue
Il cross linking corneale si esegue dopo l’accertamento dell’evolutività (peggioramento) della malattia.
Più precocemente viene eseguito e maggiori sono le probabilità di conservare una buona visione, soprattutto in persone giovani.
Chi non può farlo
Di seguito le principali situazioni di pazienti che non possono sottoporsi al trattamento di cross linking corneale.
In caso di cheratocono:
- Avanzato con notevole assottigliamento della cornea;
- Accompagnato da distrofia della membrana basale corneale.
- Con evidenti strie di Vogt od opacità corneali (leucomi).
Sono da considerarsi esclusi dal trattamento anche:
- Soggetti allergici alla vitamina B2 (riboflavina).
- Persone con herpes corneale, malattie autoimmuni, grave occhio secco o altre patologie.
Come si esegue
Il cross linking corneale, trattamento indolore, viene effettuato in sala operatoria in anestesia topica con gocce di collirio anestetico. Per trascorrere il tempo in armonia e serenità, il paziente può attrezzarsi di un IPod per ascoltare la musica.
In una prima fase, nella parte centrale della cornea vengono asportate le cellule superficiali (epitelio). Quest’ultime ricresceranno per far penetrare bene la riboflavina, sostanza a base di vitamina B2, che sensibilizza il collagene corneale alla luce UV.
Viene instillato ripetutamente il collirio a base di riboflavina per molti minuti e poi la cornea è irradiata con luce ultravioletta (non laser).
Il cross linking corneale è un trattamento ambulatoriale, dalla durara di circa 30-40 minuti, praticamente indolore.
Ha come effetto l’induzione di legami tra gli strati di fibre collagene e quindi l’irrigidimento corneale.
Al termine viene applicata lente a contatto da lasciare sulla cornea per qualche giorno e si prescrive collirio antibiotico e antinfiammatorio da proseguire per alcune settimane a giudizio dell’oculista.
La terapia
- Nimesulide (Aulin) bustine 1 il giorno dell’intervento
- Aminoftal 1 cp x 3 al dì prima dei pasti x 10 giorni
- Netildex coll monodose 1 gtt x 3 volte al dì x 7 giorni
- Dicloftil coll monodose x 3 volte al dì x 3 settimane
- BluGel A coll monodose x 3 volte al dì x 3 settimane, poi x 1-2 al dì
Tempi di recupero
Dolore postoperatorio moderato per le prime 24-48 ore. Fastidi e lacrimazione per qualche giorno fino alla riepitelizzazione (guarigione della superficie). Il bendaggio iniziale e la lente a contatto al termine del trattamento servono a consentire all’epitelio corneale asportato durante l’intervento di riformarsi.
I controlli dello specialista sono previsti nei giorni successivi, per sorvegliare la guarigione, adattare la terapia e verificare l’andamento del trattamento.
Ai fini dell’attività lavorativa, si suggerisce di prevedere astensione dal lavoro per 5-7 giorni nella maggior parte dei casi.
Doccia, lavaggio capelli e viso possono ricominciare con delicatezza dopo un paio di giorni. Guida dell’auto dopo tolta la lente a contatto.
La visione può essere leggermente annebbiata fino a completa riepitelizzazione (5-10 giorni). La sintomatologia di fastidio e/o sensazione di corpo estraneo può persistere spesso per varie settimane.
Può essere necessario cambiare gli occhiali dopo circa 1 mese.
Risultati con il cross linking corneale
Lo scopo del cross linking corneale non è quello di migliorare la vista, bensì quello di stabilizzare la cornea, rinforzandola.
La reazione corneale al trattamento può dare inizialmente una lieve mancanza di nitidezza, che regredisce solitamente dopo circa un mese.
Questo è dovuto alla rigenerazione delle cellule (cheratinociti) corneali danneggiate. In una parte dei casi si nota poi un leggero miglioramento visivo fino ad un anno dopo il trattamento.
In genere il quadro si stabilizza.
Rischi e complicanze
- Possibili, ma rare, infezioni, dovute al fatto che la cornea viene superficialmente scoperta.
- Ritardi di riepitelizzazione (guarigione superficiale) dovuti a reazioni individuali. Possibili, ma rare, reazioni infiammatorie oculari.
- Edema corneale per un tempo variabile fino a diverse settimane.
- Opacità corneale parziale permanente (haze) con vista appannata, rara.
Il trattamento non esclude la possibilità di eseguire un trapianto di cornea, se necessario.