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Gli occhi come strumento per osservare e riflettere

Oltre 70 anni senza guerre ci avevano illuso che l’industrializzazione e la scolarizzazione ne avessero rimosso lo spauracchio per sempre, che la pace fosse una condizione naturale e che le politiche autoritarie fossero state domate dalle democrazie occidentali. Così ci siamo trovati impreparati e ricattabili. In futuro non potrà più essere così. Non possiamo più tessere interdipendenze con paesi autoritari, che lo siano per motivi religiosi (integralisti musulmani) o politici (Russia e Cina i maggiori).

La Russia e la Cina guardano con disprezzo i paesi occidentali, pensando che si tratti di un mondo decadente e privo di fiducia in se stesso. In effetti noto che ci siamo spaccati in un mondo radicalmente bipolare: novax o provax, pro-Ucraina o filo-Russi. 

Dov’è finita la società aperta, democratica e liberale, con alti ideali e valori da difendere? Ciò che vedo difficile è condurre una battaglia di idee unificante. Come riusciranno i nostri governi spiegare alla gente comune che occorrerà cambiare abitudini e fare rinunce? 

Le guerre combattute con le armi ci hanno sempre mostrato di essere barbare e non portare vincitori. L’uomo si è dimostrato criminale ed egoista anche nella storia più recente con i genocidi nell’ex Yugoslavia, in Kosovo e in Ruanda. E non sembra volere imparare dalla storia.

In Europa dovremmo avere una leadership unitaria e non ciascuno per conto suo all’insegna del “si salvi chi può”, come sta tentando di fare l’Inghilterra. E’ proprio in questo mondo globalizzato e multipolare che l’Europa dovrebbe essere unita, autonoma e indipendente. Ma se gli Stati, così come i nostri politici, riflettono i nostri valori e comportamenti, la vedo molto dura. Dobbiamo trovare la massima solidarietà possibile. E il cambiamento deve partire da ognuno di noi, singolarmente. Come scrive Alessandro D’Avenia, continuiamo a cercare di “dare consistenza all’Io con il potere anziché con l’amore. Amore è privarsi volontariamente del potere senza per questo rinunciare alla forza, una forza che serve a confortare e difendere ma non a sottomettere.”

A ciascuno l’onere di cambiare la sua piccola goccia. E insieme faremo un mare…